La signora sofferenza e il Var che la snobba

Non solo al Ferraris contro il Genoa, la Juventus soffre sempre e fa soffrire i suoi tifosi. Se poi ci mettiamo la superficialità del Var che lascia andare un rigore a suo favore per un mani in area di rigore di Bani e un pericolosissimo fallo da espulsione di Malinovskyi, allora possiamo dire che la reiterata disattenzione della classe arbitrale (non solo al riguardo della Juventus) sta diventando un’abitudine di campionato. C’è da dire, tuttavia, che pur mettendo in evidenza questo aspetto negativo da parte dei fischietti italiani e di coloro I quali, chiusi in una stanza con tanto di teleschermi e minuziose riprese che dovrebbero (usiamo il condizionale d’obbligo) richiamare l’arbitro in campo a rivedere le azioni sospette, la Juventus reitera un calcio incapace di chiudere le partite a tempo debito. E così il film della squadra di Allegri (che urla la calma ai suoi giocatori, mentre lui si sfila nervosamente la giacca) si protrae partita dopo partita nell’incapacita’ di risolvere una lacuna tecnica e mentale di vitale importanza. La Juve soffre chi la pressa alta, chi arriva prima sul pallone e la mette in condizione di perdere la propria identità di squadra che ha il dovere di lottare per lo scudetto (visto che non gioca le Coppe Europee) nonostante l’Inter sia oggettivamente più forte. Detto questo, è anche giusto dare merito a un Genoa che in casa dimostra grandi capacità di gioco, grazie anche a mister Gilardino che ha saputo dare un’impronta ben precisa di squadra sanguigna, ben disposta in campo e con un gioco dalle caratteristiche offensive. E non è un caso che il Genoa, assieme a Bologna e Monza, stanno dando dimostrazione di personalità anche contro squadre che sulla carta sono superiori. Ma, ritornando alla Juventus, c’è anche da aggiungere il problema Vlahovic, un attaccante che è stato acquistato per la “modica” cifra di 80 milioni di euro (oggi vale meno della metà) e quindi deve restare per non perdere le tanto ambite plusvalenze. Il ragazzo non va! Discutibile è il suo lato tecnico, la sua stabilità emotiva e quel ripetuto atteggiarsi a chi non segna perché non riceve palloni atti a concretizzarsi in gol. Quel tempo in cui tutti noi in effetti ci abbiamo creduto è ormai finito, visto che anche contro il Genoa sotto porta è riuscito a buttare al cielo un pallone facile da accompagnare in porta. Tuttavia, nell’analisi di questa Juventus, non vogliamo dire che tutti i mali siano addebitabili a Vlahovic, ma, sicuramente, mancando una punta da 15 o 20 gol a stagione si fa sempre fatica a chiudere le partite a tempo debito. Resta la positività di un Chiesa ritrovato, di un Gatti dei miracoli che non si possono sempre ripetere per nascondere sotto al tappeto i veri problemi di questa Juventus e di quel Cambiaso che è sicuramente l’acquisto più azzeccato. La Juve ha bisogno di un attaccante e di un centrocampista di valore, capace di prendersi sulle spalle la squadra nei momenti di difficoltà. Ma in questo mercato di gennaio, pensiamo sia davvero difficile poterli acquistare. E poi, con quali soldi?

Salvino Cavallaro

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